Editoriale per “La vita monteclarense, marzo 2021” di p. Paolo Tortelli e p. Giovanni Ziglioli, Parrocchia di Borgosotto, Montichiari
È ormai trascorso più di un anno da quando il virus ha stravolto le nostre vite. Siamo nuovamente in Quaresima e ci prepariamo a vivere la Pasqua del Signore avendo ancora vivo nel cuore e nella mente quanto successo lo scorso anno.
La Pasqua però esige che lo sguardo sia alzato verso l’alto e guardi sempre oltre, perché il risorto è vita e ci vuole in cammino con Lui, soprattutto oggi.
Se il nostro Vescovo, nella sua lettera pastorale per il 2020/21, ci ha invitato a “non dimenticare”, anzi a fare tesoro e a trarre insegnamenti di vita cristiana concreta dall’esperienza vissuta e che ancora stiamo vivendo, ha però anche provato a tracciare un cammino da percorrere insieme come individui, famiglie e soprattutto come Chiesa, proprio alla luce della fede nello Spirito del Risorto.
Quale occasione migliore della Quaresima per rianimare il senso del nostro andare sia personale, che familiare e comunitario? Anche noi come comunità parrocchiale di Borgosotto vogliamo provare a continuare a camminare insieme, pur sapendo che non sarà facile convivere ancora con regole e
limitazioni di ogni sorta, ma sicuri che Lui cammina con noi, anzi condivide con noi la traversata sulla stessa nostra barca.
La Quaresima e la Pasqua 2021 ci stanno allora davanti come ulteriore possibilità di approfondimento del nostro essere cristiani nell’ascolto di un Dio che parla come Padre al cuore dei propri figli. A questo riguardo ritengo importante tornare ancora una volta alle parole del nostro Vescovo. Il cammino che ci propone è più che mai importante e vede come primo passo l’andare all’essenziale della vita cristiana, cioè mettere al centro l’amore, la cui sorgente è in Dio stesso. Ci invita al “primato del cuore”, ad aprirci all’azione dello Spirito Santo che abita in noi e che è continuamente all’opera per mostrarci ciò che veramente conta.
La sua azione ci sprona, ora più che mai, a costruire relazioni umane profonde e sincere, ad un agire gratuito ed amorevole che pone l’altro, soprattutto il più debole, al centro delle attenzioni, della nostra cura, e a nutrirci di una spiritualità fatta di amore per la preghiera, con i suoi tempi di silenzio e raccoglimento indispensabili. Insomma, mons. Pierantonio ci invita a prestare somma cura a noi stessi e agli altri nella responsabilità di chi sceglie liberamente ciò che conta ed è “vitale”, imparando a tralasciare ciò che non dà vita ma pian piano ci svuota, ci trasforma in “consumatori” e ci consuma dentro.