L’occasione è quella della festa dell’Immacolata Concezione, cadenza annuale dell’otto dicembre e patronale ricorrenza della parrocchia nostra Regina Pacis.
La processione ha origine in un immaginario paesano, a memoria le litanie ispirate che sgorgano da voci amalgamate alla meglio per le viuzze di qualche borgo antico della nostra infanzia. Le donne a ridosso della statua inghirlandata all’occasione, col sindaco fasciato tricolore e la municipalità ufficiale che è tutta lì davanti, con gli uomini dietro, col cappellone ben calzato sugli occhi a riparare sole o pioggia, a secondo della stagione sua la ricorrenza. E Monteverde che c’entra?
La processione gira le strade del quartiere – che proprio paese non è ma che tale e quale pare – accompagnando a spasso per le strade la Madonna. Coi portatori curvi sulle spalle immolate alla devozione mariana, sudori e lombaggini accantonate per scelta, quasi scerpa che conoscono a memoria i luoghi di quelle gambe in passeggiata.
Però la sensazione è piacevole o quasi appagante, addirittura. Per tutti l’occasione del rilasso in passeggiata dentro alle strade nostre di tutti i giorni. Perché non è questione di crederci o non crederci al Dio nostro Gesucristo. Che, a parte slanci di fede e misticismi raccolti in preghiera, la processione offre un modo speciale di vivere il quotidiano nostro andare, casa, negozi, spesa, giornalaio e ritorno all’ora sua.
C’è la vittoria dell’uomo sulla macchina, per una volta almeno, lo sciame umano fa suo l’asfalto, costringe nell’attesa il traffico delle automobili, per lo smadonno di qualcuno che fa tardi e la curiosità bambina appiccicata ai finestrini che guarda quell’andare lento di gente in litania, e che vuol dire “processione”, papà? Vuol dire che si porta a spasso la Madonna, per farle benedire la strade del quartiere, guarda come son belle!, inghirlandate all’occasione di lumini e drappi che d’ogni tanto addobbano la via dalle finestre il gran pavese.
Ed è più bello anche pregare tutt’insieme sotto al cielo aperto, Ave Marie sfalzate a nenia di chi avanti sta già al prega per noi peccatori e dietro di rimando fanno ancora l’eco al tu sei benedetta tra le donne, per un unisono raccolto sotto la statuetta che dai Fortini affida Roma a Maria Immacolata.
Poi si ritorna sui propri passi, si svolta l’angolo e ci si accorge d’un color d’intonaco, di meraviglie policrome autunnali sugli alberi, incantesi al tramonto che esaltano i panorami di ogni giorno, solo che oggi si porta a braccio la Madonna, come si porta sottobraccio una persona, noi stessi per le strade di Monteverde Vecchio.
La festa dell’Immacolata, certo, offre un’occasione speciale. Soltanto per chi ci crede. E poi per tutti quanti, il credere di camminare per il solo gusto di farlo, senza bisogno di essere spronati o invogliati da madonne di turno o ricorrenze fatali. Soltanto la voglia di trattarsi bene, la consapevolezza dei luoghi, che è un po’ la consapevolezza di una casa, un arredo, un gesto gentile, un modo di fare.
Barcolla sui gradini del ritorno quella statua mariana, riprende il suo posto ufficiale in chiesa,
genuflessione, segnocroce, amen e cosìsssìa. Liberi tutti. Fuori, a camminare strade, come per
amicizia, ad incontrarsi.