Ordine Sacro
Il Sacerdozio affonda le sue radici all’interno di una delle dodici tribù del popolo di Israele. Dio scelse la stirpe di Levi affinché fosse riservata per il servizio liturgico, e in essa i sacerdoti furono costituiti affinché offrissero doni e sacrifici per i peccati, e si prendessero cura della relazione tra Dio e il suo popolo.
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Il Sommo Sacerdote
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Tutte le prefigurazioni del sacerdozio dell’Antica Alleanza trovano il loro compimento in Cristo Gesù, «unico […] mediatore tra Dio e gli uomini» (1 Tm 2,5).
Il Signore Gesù è il vero Sacerdote, e il vero mediatore tra Dio e gli uomini. Egli infatti, «santo, innocente, senza macchia», con un unico sacrificio, quello della croce, vinse il peccato.
Questo cosa comporta?
Tutti i sacerdoti sono ministri che, in forza della loro consacrazione, godono della potestà di agire con la potenza dello stesso Cristo. Quindi tutte le volte che riceviamo l’assoluzione, o assistiamo ad una preghiera Eucaristica, sappiamo che l’efficacia del Sacramento è slegata dalle virtù di chi lo amministra, ed è ancorata saldamente al Signore: solo Dio perdona i peccati, solo Dio può trasformare il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue.
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Il Sacramento dell’ordine
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Il Signore conosceva bene gli uomini che aveva chiamato a seguirlo da vicino: pescatori, esattori delle tasse, gente semplice. Tutti molto diversi tra loro. Qualcuno era impulsivo e audace, qualcun altro più riservato, c’era chi spiccava per l’attitudine al comando, e chi preferiva rimanere dietro e seguire. Pochi gli rimasero accanto quando la situazione si fece dura, quando l’ingresso trionfante in Gerusalemme aprì le porte alla persecuzione e alla scelleratezza.
Pur conoscendoli, scelse proprio loro.
Infatti sapeva bene che per annunciare il Regno di Dio le qualità umane molte volte sono di ostacolo, e impediscono ai suoi collaboratori di agire in sinergia con Lui. L’esperienza della fragilità e del limite invece, sono un’autostrada verso Dio, perché aprono alla relazione, alla preghiera, all’umiltà. Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli si legge nelle beatitudini.
Proprio tra quei poveri, tra coloro che lo avevano rinnegato e lo avevano abbandonato, proprio in quella debolezza, scelse di manifestare la Sua potenza.
Affinché quel terreno fertile fosse fecondato dalla grazia, effuse lo Spirito Santo sugli apostoli e conferì loro tutti i doni necessari per compiere la missione affidatagli. Fu in forza di questa effusione che poterono annunciare il Regno di Dio, guarire i malati, sopportare la persecuzione, e affrontare il martirio.
Così come Cristo effuse lo Spirito Santo sugli apostoli, essi lo effusero sui loro collaboratori e successori, fino ad arrivare a noi nella consacrazione Episcopale.
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Sacerdozio comune e ministeriale
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Quando si parla di sacerdozio comune si fa riferimento alla dimensione sacerdotale che tutti i fedeli, in forza del battesimo, assumono e possono esercitare; Il Sacerdozio ministeriale invece, è un compito vero è proprio che il Signore ha affidato ai pastori del suo popolo, a favore degli uomini e della comunità della chiesa.
Il sacerdozio comune e quello ministeriale sono complementari. Infatti il primo implica una chiamata a maturare la propria fede, e coltivare la propria relazione con Dio, mentre il secondo implica una chiamata a servire la Chiesa e i suoi membri.