
TUTTI CON PAPA FRANCESCO PER UN NUOVO ANNO PASTORALE!
Una mini delegazione laica e di equipe pastorale guidata dal nostro Parroco e dal Viceparroco lo scorso sabato 18 settembre si è recata di buon mattino all’incontro con il Santo Padre all’Aula Paolo VI in Vaticano insieme al Vicario S.E. Card. De Donatis e a tutte le delegazioni della Diocesi di Roma.
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BREVE INTRO
Sin dall’inizio del 2020 tutti noi come le Chiese locali in Italia ci siamo trovati a vivere la drammatica situazione della pandemia: tutti improvvisamente eravamo «sulla stessa barca». Per noi in particolare della Comunità e dell’Equipe pastorale di Regina Pacis ritrovarsi sulla stessa barca significa anche con-dividere in modo responsabile lo stesso impegno e la stessa meta. Ciò in linea con la forte necessità dell’ascolto, una delle tre parole chiave di questo nuovo anno pastorale come meglio vedremo di seguito, ossia l’aprire le orecchie sul grido e sulle vite degli altri, con un atteggiamento positivo, di accoglienza e di amicizia.
Nel solco di questo peculiare cammino, le strutture parrocchiali e diocesane sono state quindi chiamate a rinnovarsi, passando dai progetti tradizionali ad un’attenzione all’esistenza concreta delle persone (cfr. CEI, Incontriamo Gesù, 66). In quest’ottica, con quell’audacia pastorale richiesta specie in questi tempi, i laici dell’équipe e dei consigli pastorali, i sacerdoti, i diaconi, i superiori delle Case dei religiosi e delle religiose, i responsabili diocesani di associazioni, movimenti e cammini ecclesiali, si sono ritrovati con rinnovata lena, hanno dapprima aperto l’incontro con un momento di preghiera, seguito poi dall’ascolto attivo di Papa Francesco.
L’incontro con il Santo Padre apre ufficialmente il nuovo anno pastorale; a questo seguiranno altri momenti di incontro che il cardinale De Donatis vivrà nei diversi settori. Altra data da segnalare è quella del 10 ottobre, quando si aprirà il Sinodo di Roma e della Chiesa mondiale, con la Messa celebrata da Papa Francesco nella basilica di San Pietro.
LE PAROLE CHIAVE.
Le tre parole chiave di questo anno pastorale 2021-2022 sono state ben incisivamente delineate anche dal nostro Cardinale Vicario di Roma, S.E. Angelo De Donatis, in: sinodo, ascolto e kerigma.
La prima «richiama lo stile “proprio” della Chiesa: invita alla fraternità, al sostegno reciproco, a compiere insieme quei passi in avanti che ci permettono di raggiungere qualcosa o meglio Qualcuno che ci attira e che ci ispira. È una parola che, più che dire la straordinarietà di un tempo, sottolinea la grazia contenuta in ogni tempo della vita della Chiesa e che ci viene donata quando si cammina insieme».
L’ascolto racconta quanto fatto negli ultimi due anni, segnati dalla pandemia, con il tendere l’orecchio al «grido della città, approfittando della riduzione delle attività per aprire le orecchie sulle vite degli altri, con un atteggiamento positivo, di accoglienza e di amicizia».
Kerigma, infine, «l’incontro vivo con il Signore Risorto. Tutto ciò che la Chiesa fa e dice – riflette il Cardinale De Donatis – ha senso solo se è al servizio di questo incontro. Anche farsi prossimi all’altro per accoglierlo e volergli bene, come faceva il Signore, è kerigma in atto, è dare volto, mani e gambe al Signore che vuole far sperimentare il suo amore ai suoi fratelli».
BREVE ESTRATTO DELL’INTERVENTO DI PAPA FRANCESCO.
Con la consueta e oramai proverbiale empatia e incisività della comunicazione, il Santo Padre ci ha chiesto: “Prima di iniziare questo processo sinodale, a cosa siete più inclini, a custodire le ceneri della Chiesa, della vostra associazione, del vostro gruppo, a o custodire il fuoco???, proseguendo poi con una riflessione: “Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi, che saranno il, 3, 4, 5 per cento, non di più. Permettete a tutti di entrare”. E’ uno dei passaggi centrali del discorso che papa Francesco ai rappresentanti della diocesi di Roma.
“Permettete a voi stessi di andare incontro e lasciarsi interrogare, che le loro domande siano le vostre domande, permettete di camminare insieme: lo Spirito vi condurrà. Non abbiate paura di entrare in dialogo – ha aggiunto Papa Francesco – e lasciatevi sconvolgere dal dialogo: è il dialogo della salvezza. Non siate disincantati, preparatevi alle sorprese”.
Nella Chiesa c’è «chi si ostina a prendere il posto di Dio, pretendendo di modellare la Chiesa sulle proprie convinzioni culturali, storiche, costringendola a frontiere armate, a dogane colpevolizzanti, a spiritualità che bestemmiano la gratuità dell’azione coinvolgente di Dio. Quando la Chiesa è testimone, in parole e fatti, dell’amore incondizionato di Dio, della sua larghezza ospitale, esprime veramente la propria cattolicità».
“Ci sono molte resistenze a superare l’immagine di una Chiesa rigidamente distinta tra capi e subalterni, tra chi insegna e chi deve imparare, dimenticando che a Dio piace ribaltare le posizioni”.
“La Chiesa sinodale – ha sottolineato il Pontefice – ripristina l’orizzonte da cui sorge il sole Cristo: innalzare monumenti gerarchici vuol dire coprirlo. I pastori camminano con il popolo“, “a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro”. “Davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare e non dimenticare l’odore del gregge, dietro perché il popolo ha anche ‘fiuto’. Ha fiuto nel trovare nuove vie per il cammino, o per ritrovare la strada smarrita”, ha aggiunto il Papa.
Così si è espresso il Papa nell’udienza in Vaticano alla Diocesi di Roma, concludendo con una simpatica raccomandazione finale ai fedeli di Roma, “un popolo, quello di Roma, che contiene la varietà di tutti i popoli e di tutte le condizioni: che straordinaria ricchezza, nella sua complessità! In questo tempo di pandemia, il Signore spinge la missione di una Chiesa che sia sacramento di cura. Il mondo ha elevato il suo grido, ha manifestato la sua vulnerabilità: ha bisogno di cura … per questo sono qui, per questo è molto importante che la Diocesi di Roma si impegni con convinzione in questo cammino. Sarebbe una figuraccia che proprio la Diocesi del Papa non si impegnasse in questo, no???”.