Sino ad oggi gli echi delle guerre in genere sono rimasti limitati in un cerchio concentrico di spazio irrilevante se non quello dei paesi limitrofi alla zona bellica. Pensiamo alle battaglie combattute fra etnie in Africa, allo Yemen e al medio oriente, a parte delle zone interne dell’Asia centrale e ad altri contrasti piccoli o meno nell’America centrale. E’ in gran parte la dura legge dei ‘media che esige la vicinanza delle battaglie ai centri di comunicazione come motivo per parlarne e informare.
Non sono tanti i giornali e i TG pronti a queste informazioni ma quei pochi riescono a penetrare se non altro almeno le coscienze di molti lettori e telespettatori.
Quello che sta avvenendo in tante zone del pianeta nell’oblio della pubblica opinione è oscurato da una guerra alle porte dell’Europa che Papa Francesco e noi con lui non esitiamo a definire ripugnante e infame. Tutte le guerre sono ripugnanti ma forse quelle che si combattono giustificate anche da persone di fede cristiana sono ancor più sacrileghe e senza motivi specialmente se agite fra fratelli di sangue e religione.
La guerra scatenata in Ucraina sembra terremotare quasi tutti i continenti pur se colui che l’ha iniziata nel tragico tentativo di edulcorare gli eventi bellici li ha chiamati ‘operazioni militari speciali’. Sono le ipocrite contraddizioni di chi ancora non ha compreso che il dominio dei territori con la forza e la violenza non può limitarsi alle circoscritte velleità di un dittatore né ovviamente aver risultati positivi per chi è vittima ritorcendosi quelli negativi proprio verso colui che decide di intraprenderetali azioni. Azioni contro il diritto internazionale ma soprattutto contro la pace insopprimibile diritto delle genti secondo tutti i trattati internazionali. Da qui le possibili e giuste incriminazioni per crimini di guerra dei responsabili di stragi, genocidi, azioni militari che esprimono aggressione verso un popolo inerme e innocente di qualunque origine sia.
A noi cristiani premono nel cuore e nella mente oltre alle distruzioni di vite umane e di beni essenziali per l’esistenza delle prime lo sconvolgimento dei comandi del Signore sull’amore verso il prossimo. La legittima difesa anche con la guerra verso un aggressore può essere senza discussioni ma proprio in ragione di questa chi aggredisce commette sempre un azione contro la pace senza se e senza. Da qui vengono scatenati come uno tsunami effetti in tutti i campi del vivere umano: dall’economia all’etica, dalla politica alla cultura, dalla comunicazione all’educazione, dalle relazioni sociali a quelle fra gli Stati.
“La guerra è una pazzia, … fermatevi guardate questa crudeltà” ha ripetuto più volte Papa Francesco nel silenzio in verità di esponenti di altre fedi per non parlare del consenso del Patriarca di Mosca all’intervento bellico della Russia contrariamente alla grande tradizione spirituale russa che esalta il cristianesimo e la pace.
La voce di Francesco però arriva in ogni angolo della terra perché Cristo attraverso il suo Vicario non cessa mai di essere accanto a chi soffre e alle vittime di un insensato e scellerato sistema per risolvere le controversie internazionali.
Quello che possiamo fare è pregare intensamente perché si ponga fine alle sofferenze sui popoli inermi di ogni guerra e nel nostro piccolo mondo operare perché gli animi si volgano sempre più alla costruzione del Regno. E’ per questo che in ogni momento della giornata che viviamo e in ogni luogo che frequentiamourge stare accanto a chi è debole e soffre spesso nella povertà. Riscopriamo con emozione e stupore i carismi e i doni del battesimo in questo tempo di preparazione alla Resurrezione del Signore. Sacerdoti profeti e re nel nostro ambiente sì da contribuire alla costruzione della pace prima nei nostri cuori poi regalando ai fratelli e alle sorelle l’amore di Gesù il più autentico che esista nell’attesa del compimento della volontà di Dio che non tarderà a mostrarsi.
La Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell’Ucraina e della Russia dal Papa Francesco fanno da Segno dei Tempi per spronare le coscienze di tutti a evitare rancori e pensieri di vendetta e in particolare nei governanti a non compiere mai azioni che conducano ad un olocausto nucleare.
Spesso si dice ‘ fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce’ per ricordare le tante piccoleilluminate storie di amore verso il prossimo disseminate nel mondo che forse in numero dominano sulle cronache del male ma non fanno notizia. Possono contribuire a segnare il mosaico per una grande aurora di pace in attesa che la Pasqua del Signore trasfiguri i nostri cuori.